Il 2016 sta velocemente arrivando e tra le tante novità che riguardano il mondo dell’energia una in particolare non ha avuto tra i clienti con cui parliamo quotidianamente l’attenzione che invece meriterebbe: le nuove penali per Energia Reattiva.
“Energia reatche”?
Già proprio quell’argomento difficile che nessuno vuole affrontare né capire, ma che dal 2016 è meglio avere chiaro per evitare di pagare penali più salate in bolletta. Per cui meglio fare un passo indietro per capire di cosa stiamo parlando.
Tutti noi conosciamo l’energia attiva, quella che il contatore misura e che paghiamo ogni mese al nostro forniture di fiducia. Esiste però un altro tipo di energia, quella REATTIVA appunto, che non è meno importante dell’altra cugina più blasonata perché, come la prima, impegna le reti di distribuzione e pertanto va regolamentata.
Ma cos’è l’energia reattiva? Non entreremo in grafici o tecnicismi, per cui periti ed ingegneri si tappino le orecchie perché cercheremo di essere molto pratici e meno accademici per far capire meglio il concetto.
Ogni apparecchiatura elettrica consuma energia attiva, l’energia che di fatto serve per compiere un lavoro utile. Alcune apparecchiature però, per poter funzionare, necessitano di un altro tipo di energia che viene utilizzata principalmente per tenere attivo il campo magnetico necessario al proprio funzionamento. Quali sono queste apparecchiature? Tutte quelle che hanno parti in movimento mediante motivi elettrici (quindi quasi tutte): Torni di lavorazione, motori elettrici di grandi dimensioni, aspiratori, lavatrici, frigoriferi, tutte le macchine utensili con motori a rotazione, ventilatori, ma anche saldatrici, sistemi illuminazione al neon o a basso consumo. Questa energia “spiana la strada” all’altra energia, fa un lavoro sporco, meno nobile, ma non meno importante ed è per questo che deve essere monitorata perché impegna, come l’altra, le reti di trasporto e distribuzione.
Facciamoci bastare questo. Chi vuole una spiegazione più tecnica e meno filosofica può consultare qui.
Di norma il distributore locale (Enel Distribuzione nella maggior parte dei casi) inizia a misurare l’energia reattiva sopra i 16,5 KW di potenza disponibile (per cui le utenze per uso domestico e le piccole partite IVA possono ancora stare tranquille). Fino alla fine del 2015 si iniziava a pagare l’energia reattiva se superava il 50% di quella attiva sia nella fascia F1, sia nella fascia F2, mentre nella Fascia F3 non veniva fatta pagare. Dal 2016 la tolleranza è scesa al 33% per cui chi prima non la pagava inizierà a pagarla e chi prima già la pagava troverà un onere maggiore. Questa è la nuova tabella in vigore dal 1 gennaio 2016; i valori dei corrispettivi verranno pubblicati annualmente dall’Autorità e saranno più in linea coi costi di trasporto che, appunto, variano annualmente su indicazioni dell’Autorità stessa:
Come fare per evitare o ridurre queste penali? Servono apparecchiature particolari che vanno installate localmente e che permettono di annullare l’effetto dell’energia reattiva senza ridurne gli effetti benefici.
Contattateci senza impegno per qualsiasi tipo di chiarimento o di valutazione relativa a queste apparecchiature e ai tempi di rientro.
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